In apertura Pier Vito Antoniazzi presentando il relatore ricorda un episodio esemplare. Nell’estate dell’84,Antoniazzi stesso e l’attuale senatore Cortiana a casa di Zampariolo,valutarono la “necessità/opportunità” (in un quadro allora bloccato,il muro non era ancora caduto…) di dare vita a Milano per le amministrative dell’85 alla novità dei Verdi. La piattaforma che si elaborò (per il solo fatto di pensare in modo innovativo e globale alla città!), il riuso delle aree dimesse ed il 50% a verde, la città da cablare, la limitazione del traffico,ecc. ha determinato le scelte degli ultimi venti anni…
“Eravamo tre amici al bar…” inizia Hermann, che intendevano far politica per incidere,”per vincere”. E se oggi Milano è la città più cablata d’Italia e se l’AEM ha tratto 600 miliardi di vecchie lire di plusvalenza da questo (più altri 250 quando ha rivenduto le sue quote a Fastweb) è anche perché uno come me espresso dai Verdi nel Cda dell’AEM ha insistito ogni riunione sui “tritubi” quelle condotte che oggi portano ovunque in città la banda larga.
Questione che la sinistra guarda sempre un po’ con sospetto: tutto questo costruttivismo non sarà roba da ingegneri,da capitalisti,di destra? Come figlio di profughi,figli di profughi, o crescevo zingaro o internazionalista. E così è stato. Se una tecnologia funziona qui,può funzionare anche nel 3° mondo…
Non possiamo dare al Sud del mondo le tv in bianco e nero..
Lenin interrogato su come si potesse riassumere il primo stadio del socialismo in Russia disse la celebre frase: “Elettrificazione più i Soviet”. Bisognerà rivederla,ma c’è oggi qualcuno in grado di fare una nuova sintesi così?
Negli ultimi 10 anni si è assistito in Italia ad un mito ed una realtà di privatizzazioni sfrenate. Dallo Stato che produceva anche panettoni o auto,si è passati di peso a “niente Stato”. Lo Stato può fare di più. L’elettricità pubblica fu una grande riforma (insieme a poche altre) del primo storico centro-sinistra (e Riccardo Lombardi che era ingegnere la citava per prima..). Oggi nell’ubriacatura di privatizzare si perdono di vista alcune coordinate. Qual è il paese della “peggio energia” (blackout,costi elevati,ecc.) ? La “privata” California. Qual è il paese della “meglio energia” (meno costosa,più diffusa,ecc.)? La interamente pubblica Francia.
Oggi l’ENEL controlla ancora quasi tutto. Ma fra poco “molla”.
Nel frattempo non si sono fatti più “piani energetici”. Si è abbandonato il nucleare e ne sono contento (nessuno ha fatto altre centrali nel mondo occidentale), ma non si sono cercate alternative più compatibili. Il gas va indietro,il carbone pulito è stato abbandonato. Il nostro eolico è 1/6 di quello tedesco. Il solare italiano è 1/4 della piccola e non particolarmente assolata Austria. Ma quello che è il massimo è che 2/3 del solare italiano è in Trentino-Alto Adige. Non si è andati avanti con il teleriscaldamento (solo Brescia e Cremona hanno fatto). Nessuno mi toglie dalla mente che quando “mani pulite” si rivolse all’AEM di Milano,chi soffiava dietro erano i petrolieri che non volevano la metanizzazione.
Comunque si può cogliere da questa situazione almeno un dato da sfruttare in positivo. La liberalizzazione del mercato dell’energia e delle telecomunicazioni può sviluppare autonomie periferiche più attente alle esigenze del territorio, più qualificate.
Come è noto il problema dell’energia elettrica è che non può essere accumulata “a riserva”. Dunque si finisce per fare impianti grandi per avere il massimo della potenza anche se serve solo in certi momenti. L’elettricità ha un costo diverso a seconda dell’ora e della stagione. Ma allora perché non intervenire sulla domanda?
Esempio: se un frigorifero si interfacciasse con l’offerta di energia così da decidere di consumare di meno quando questa costa di più ? Con strumenti informatici di feed-back sarebbe fattibile abbastanza semplicemente.
E dove farlo se non a Milano, la città più cablata,con la terza azienda elettrica del paese, con il più alto tasso di inquinamento?
Guadagnerebbe l’AEM, guadagnerebbero i consumatori,guadagnerebbe l’ambiente !
Bologna ha utilizzato le fogne per far passare il “tritubo”… E qui il Consorzio Acqua Potabile non potrebbe migliorare le sue condotte ed intanto far accedere alla banda larga l’hinterland milanese? Ci sono a Milano 5500 cabine elettriche: che farne?
Potrebbero essere snodi per una illuminazione intelligente (che oggi non c’è).
Potrebbero essere punti di accesso gratuito alle telecomunicazioni, “fontanelle” che invece di dare l’acqua a tutti come ha fatto il socialismo municipale dell’inizio secolo XX, diano a tutti il diritto d’accesso alla rete. “Le fontanelle informatiche” dovrebbero consentire “l’accesso di cittadinanza” all’informazione e comunicazione.
Oggi per un’antenna sul tetto si paga anche 25.000 euro di canone.
E se mettessimo la nuova generazione di antenne (grandi come una penna stilografica) sui lampioni ? Eviteremmo parecchio inquinamento elettromagnetico ed anche estetico. Acqua-gas-elettricità-cabine: occorre un uso coordinato delle reti.
Poiche oggi è possibile interloquire intelligentemente con tutte le macchine oltre che con le persone. Da esami medici come elettrocardiogramma o prova della pressione,al frigorifero o la lavatrice o la caldaia, dai sensori ambientali agli interruttori.
Poiché è “il vagone più lento che fa la velocità” attenzione a non lasciare indietro troppi vagoni…
Esempio: come è noto la principale azienda italiana di informatica aveva sede ad Ivrea; bene,il canavese (la zona circostante) non è cablato!! Per finire uno sguardo al mondo.. Altro esempio: in Indonesia ci sono 35 milioni di persone che hanno chiesto di avere un telefono. Per darglielo bisognerebbe investire 35 miliardi di dollari: dubito che qualcuno glieli impresterà. Se però abbinano l’investimento per portare l’elettricità a quello per il telefono (con una rete unica) forse troveranno i finanziamenti.
Ricordiamoci sempre che ci sono al mondo 3 miliardi di persone che non hanno mai fatto una telefonata (a proposito di diritti di cittadinanza).
Infine un progetto utopistico: mettere in rete Gerusalemme est (araba) con tecnologia israeliana. Un passo per la pace?
Segue discussione dalla quale emergono alcune osservazioni e proposte.
In particolare:
-una critica dello “sviluppismo” come mito di un progresso senza limiti;
-l’ipotesi che i condomini (come nuovo soggetto collettivo) diventino gruppo di acquisto/consumatore collettivo di energia e telecomunicazioni capaci di condizionare in senso più intelligente ed ecocompatibile l’offerta liberalizzata che dal 2006 dovrebbe essere una realtà;
-la rinnovata attualità di quell’esperienza di incontro tra cultura tecnica,spirito umanitario e passione civile e politica che fu il socialismo municipale milanese (per esempio nella figura del sindaco Caldara 1914-1920) che fece nascere tra l’altro istituzioni come l’AEM, le scuole comunali di formazione, strutture sanitarie ed igeniche,ecc.
**Hermann Zampariolo ,già fondatore dei Verdi milanesi e di Legambiente, già consigliere d’amministrazione AEM , già dirigente a Parigi di IBM Europe e società di Vivendi, oggi Presidente di iLight, un Consorzio di telecomunicazioni italo-israeliano.